sabato 23 maggio 2009

lettera aperta a silvio berlusconi

Egregio Presidente del Consiglio, le Sue affermazioni di ieri mi hanno, letteralmente, lasciato a bocca aperta.

‘Ci sono alcuni parlamentari che non si vedono mai, perché sono imprenditori, perché sono professionisti, e che hanno cose più importanti da fare che stare li per un giorno con le mani dentro la scatoletta del voto e votare cose che nessuno può sapere cosa sono perché quando ci sono 400 emendamenti... Come si vota? Immagino lo sappiate - ha aggiunto il premier - si guarda il capo gruppo che fa un gesto e dice come si deve votare’

fonte ANSA: http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/daassociare/visualizza_new.html_963672629.html

Chi ha mandato in parlamento questi imprenditori e professionisti? Chi li ha scelti e messi nelle liste elettorali? Chi ci ha tolto la possibilità di scegliere il candidato, grazie alla legge, definita “porcata” dalla stessa persona che l’ha promossa?

Se hanno cose più importanti da fare, se hanno imprese da mandare avanti, perché si sono candidati? Potevano starsene a farsi gli affari loro a casa, e lasciare il posto a qualcuno che invece crede in quel che fa, e non lo fa come secondo lavoro part-time per arrotondare lo stipendio.

Grazie alla Sua dichiarazione, ho finalmente avuto conferma a dei dubbi che spesso mi attanagliavano. Molti Suoi avvocati sono parlamentari, mi son sempre chiesto come potessero far coincidere le due cose, come potessero seguire i processi, andare in aula, studiare i procedimenti, mettere in atto difese molto elaborate, e nello stesso tempo far bene il loro lavoro in parlamento.

Ci sono anche altri avvocati in parlamento che seguono processi importanti e imprenditori che devono far andare avanti la loro impresa.Va da sé che, come dice Lei, il lavoro da parlamentare si riduce a mettere la mano nella scatoletta per votare questo o quell’emendamento, e a volte nemmeno quello.Se non trovano il tempo per andare a schiacciare il bottone in aula, come possono trovare il tempo per ascoltare veramente i bisogno del paese?

Che senso ha diminuire il numero di parlamentari, se poi non si fa nulla per risolvere il problema alla base? Se quei 100 parlamentari, da Lei auspicati, continuassero ad andare in parlamento solo a schiacciare il bottone, sotto indicazione di voto del capogruppo, cosa abbiamo risolto?

La soluzione, che mi permetto di suggerirLe, potrebbe essere la separazione delle carriere, quando un parlamentare viene eletto deve fare solo quello, quando non è in parlamento a votare emendamenti, potrebbe avrebbe il tempo di stare con la gente, ascoltare i problemi degli italiani, di quelli che l’han votato stando sul territorio e, magari, troverebbe anche idee per proporre emendamenti o leggi mirati a risolvere i veri problemi dell’Italia. E così facendo, il numero dei parlamentari non sarebbe più eccessivo, ma potrebbe rappresentare al meglio il nostro territorio nella sua interezza.

Se fosse davvero così, non troverei nemmeno scandaloso lo stipendio che percepisce un parlamentare, perché sarebbe il giusto compenso per un lavoratore che si prodiga al 100% per il buon funzionamento del paese Italia.

Dalle Sue parole, invece, ho capito che è ancor peggio di quello pensavo, lauti compensi, varie agevolazioni, Benefit e molto altro per cosa? Per un secondo lavoro, che non trovano nemmeno il tempo di fare.

La ringrazio per avermi aperto gli occhi, augurandoLe che anche molti altri italiani li abbiano aperti, colgo l’occasione di porgerLe i miei saluti.

2 commenti:

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